domenica, novembre 15, 2009

Intanto potremmo farlo ai laghi di cava...


Visti i tempi lunghi potremmo realizzare un mare dove c'è già, ai laghi di cava sul Po.
Qui si inizia a parlarne:

"A sud di Torino, lungo il Po, è disseminata una serie di laghi di cava. Contengono acqua pulita e sono originati dalle escavazioni per trarre ghiaia e sabbia da costruzione.Pedalando lungo il fiume si incontrano i primi laghi a 5 km da Torino, poi si susseguono sino oltre Carignano, per altri 10 km. Alcuni sono dismessi altri lo sono in parte.E' facile immaginare quale risorsa i laghi di cava potrebbero fornire oggi alla città.Per raggiungerli basterebbe far proseguire la pista ciclabile del Po, seguendo tracciati esistenti.Sui laghi potrebbero localizzarsi attrezzature per la balneazione e servizi per la navigazione a remi o a vela, in quelli vicino all'autostrada forse si potrebbe anche fare sci nautico.Il numero e l'estensione dei laghi sono tali da poter fornire ospitalità a una moltitudine di cittadini".

lunedì, novembre 02, 2009

Il mare a Porta Nuova si farà


Ritorna la speranza critica. Dopo la diffusa manifestazione di adesione al progetto per il mare a Porta Nuova è seguita l'esplicita presa di posizione da parte di un establishment che ha definito il progetto "irreale e irrealizzabile". Ma ora vediamo tornare il desiderio per una simile città.
Nell'immagine di la Rivoluzione vegetale (pubblicata nell’ambito di Uniamo le Energie, Sosteniamo il futuro - Regione Piemonte) il mare a Porta Nuova appare riprodotto in un tratto del centro storico, dove in futuro la vegetazione si sarà diffusa nello spazio pubblico. Verrà un giorno in cui...
“Già da alcuni anni, sull’intera area urbana, l’asfalto delle vie e delle piazze è stato sostituito dalla vegetazione: Torino è la prima città al mondo che si trasforma in uno spazio nuovo, urbano e naturale ad un tempo.
Nelle piazze la vegetazione cresce rigogliosa, gli alberi e i frutteti hanno invaso i grandi viali: in alcune aree della città i torinesi curano i loro orti urbani.
Per le strade si vedono passanti a piedi scalzi, cittadini a cavallo, mezzi di trasporto pubblico di nuovissima generazione, rapidi e silenziosi; il fabbisogno energetico si riduce di circa il 60%, così come la spesa sanitaria pro-capite.
Nei mesi immediatamente successivi alla trasformazione, la città diventa una delle prime dieci mete turistiche mondiali, sfruttando gli ingenti nuovi flussi turistici provenienti dai paesi emergenti.
Tutto ciò, oltre a ricadute importanti sul piano dell’immagine e dell’attrattiva internazionale della città e della regione, comporta una profonda e positiva modifica nell’organizzazione della vita urbana e nello stile di vita dei cittadini, determinando una nuova percezione del rapporto uomo/città/natura e un nuovo ‘status’ internazionale per Torino e il Piemonte.
Si innescano nuove potenzialità prima sconosciute: la vicinanza stessa con una realtà così diversa, in conseguenza di una rivoluzione in fondo semplice ma davvero radicale, sviluppa nuove filosofie economiche, riconvertendo completamente le attività produttive cittadine verso indirizzi ormai lontani dall’antica vocazione industriale.”